9 aprile, salviamo la democrazia
di Umberto Eco
Siamo di fronte a un
appuntamento drammatico. Dal 2001 a oggi l’Italia è precipitata
spaventosamente in basso quanto a rispetto delle leggi e della
Costituzione, quanto a situazione economica e quanto a prestigio
internazionale. Se dovessimo avere altri cinque anni di governo del Polo,
rappresentati di fronte al mondo dai Calderoli e dalle ultime leve (appena
arruolate in Forza Italia) dei più impenitenti tra i reduci di Salò, il
declino del nostro Paese sarebbe inarrestabile e non potremmo forse più
risollevarci.
Quindi l’appuntamento del 9
aprile è diverso da tutti gli altri appuntamenti elettorali del passato:
in quelli si trattava di decidere chi avrebbe governato senza sospettare
che un cambio di governo avrebbe messo a repentaglio le istituzioni
democratiche. Ora si tratta invece di salvare queste istituzioni.
In questo frangente i partiti
di opposizione cercano, come è ovvio, di catturare il voto degli indecisi
che nelle scorse elezioni avevano votato Polo e che si sono sentiti
traditi. I partiti fanno il loro dovere, ma ritengo che rivolgendoci ai
soci e ai simpatizzanti di Libertà e Giustizia occorra fare un altro
ragionamento.
Uno dei rischi maggiori di
queste elezioni non sono solo gli indecisi che hanno votato a destra la
volta scorsa (i quali si sposteranno secondo dinamiche difficilmente
controllabili, per fede o per pigrizia continueranno a votare come prima,
o rinunceranno a votare). D’altra parte il loro numero, come mostrano i
sondaggi, è oscillante. Io ritengo che il popolo di Libertà e Giustizia
debba invece impegnarsi non per convincere gli indecisi di destra ma i
delusi della sinistra.
Li conosciamo, sono molti e non
è in questa sede che si possono discutere le ragioni del loro scontento.
Ma è a costoro che occorre ricordare che, se si lasceranno trascinare da
questo scontento, collaboreranno a lasciare l’Italia in mano di chi l’ha
condotta alla rovina. Non c’è scontento, per quanto giustificabile, che
possa stare a pari con il timore di una fatale involuzione della nostra
democrazia, con l’indignazione che coglie ogni sincero democratico di
fronte allo scempio che si è fatto delle leggi, della divisione dei
poteri, del senso stesso dello Stato. E’ questo che ciascuno di noi deve
ripetere agli amici incerti e delusi. E’ proprio da loro e dal loro
impegno che dipenderà se l’Italia eviterà di essere ancora per cinque anni
territorio di rapina da parte di difensori dei loro privati interessi.
Se pure questi amici ritengono
di nutrire senso critico ed equanimità (perché è segno di senso critico ed
equanimità – direi di onestà intellettuale - saper criticare la propria
parte, e neppure il sito di Libertà e Giustizia si è sottratto a questo
dovere), in questo momento essi debbono sacrificare i loro sentimenti e
unirsi a tutti noi nell’impegno comune.
E’ in questa azione di
convincimento che consiste il dovere e la funzione di quanti hanno
partecipato in questi anni alla discussione che Libertà e Giustizia ha
svolto e fatto svolgere. Ora la nave potrebbe affondare. Ciascuno deve
prendere il proprio posto.
Umberto
Eco
7 marzo
2006
Hanno
aderito all'appello i garanti di Libertà e Giustizia:
Gae
Aulenti
Giovanni
Bachelet
Enzo
Biagi
Claudio
Magris
Guido
Rossi
Tratto da:
http://www.libertaegiustizia.it/index.php